luce
N.16 Dicembre 2020
Al portiere non basta la vista se l’attaccante (cieco) tira forte
Fondata solo nel 2017 la squadra di calcio non vedenti ha già vinto tre titoli italiani
Breve storia dell’Ac Crema 1908 non vedenti. Nel primo anno, 2017, si è costituita la squadra, ma non si è riusciti ad iscriversi al campionato. Nel 2018, la formazione ha partecipato al primo campionato italiano e l’ha vinto. Si è imposta anche nel secondo e nel terzo. Tre scudetti di fila: o sono fortissimi i nerobianchi o sono scarsi gli altri.
Scegliamo la prima ipotesi. La spiegazione potrebbe essere questa. Il Crema schiera in attacco Paul Yoba, un ragazzo che abita a Milano e che frequenta l’ultimo anno delle superiori. È molto forte fisicamente e ha un gran tiro. «Difficile per chiunque fermarlo» spiega Marco Spinelli, dirigente accompagnatore della squadra. Paul giocava con l’amico Francesco Cavallotto nel Liguria, squadra di Sanremo. Il padre di Francesco ha convinto i 2 giocatori-amici a trasferirsi al Crema, squadra molto più vicina a casa. L’anno scorso Paul ha segnato 33 gol ed è risultato il bomber del campionato.
Nella rosa ci sono dunque i due milanesi, c’è il piacentino Luigi Buttarelli che con i suoi 35 anni è il più anziano del gruppo ed è anche l’unico che lavora come centralinista. Gli altri sono tutti studenti. L’ultimo straniero è Daniele Cassioli che è di Gallarate. Poi ci sono i cremaschi: Riccardo Locatelli è il portiere(ruolo che nel calcio non vedenti è coperto sempre da un normodotato), Davide Premoli e Davide Cantoni sono giocatori di movimento. Quest’ultimo è il fondatore della squadra: è stata lui a contattare e a convincere Enrico Zucchi, presidente dell’Ac Crema a far nascere il team. La prima squadra del Crema è ai primi posti in serie D, ma solo ai non vedenti è concesso di partire il giorno prima, in aereo, per una trasferta.
Il calcio non vedenti si gioca in 5 per squadra, 2 tempi da 30 minuti, su un campo di dimensioni 20 metri per 40. Il terreno è circondato da barriere che tengono il pallone sempre in gioco. Si gioca con un pallone a sonagli che orienta i giocatori. Per poterlo sentire occorre ci sia poco rumore attorno. Sono però necessarie delle indicazione sui movimenti: la difesa è governata dal portiere, c’è un allenatore che dà i suggerimenti quando il pallone è a centrocampo e un terzo allenatore che si colloca dietro la porta avversaria per dare indicazioni agli attaccanti.
Questa la teoria. Si capisce qualcosa di più se si vede il filmato di una partita. Il passaggio è naturalmente difficile anche se c’è qualche cambio campo. I giocatori riconoscono la voce del compagno che chiama palla. La baluastra serve ad orientare i passaggi: è sufficiente che il pallone arrivi nei paraggi. L’azione più frequente è lo spunto individuale. L’attaccante si porta la palla avanti toccando di destro e di sinistro e quando è in zona tiro si coordina per la conclusione. Sembrerebbe difficile che un portiere normodotato prenda gol da un attaccante non vedente. In realtà succede. Se un giocatore si presenta a 5-6 metri e tira una cannonata, c’è poco da fare. «Si segna anche da 10-12 metri – precisa Spinelli – perché ci sono giocatori in possesso di un bel tiro. È importante anche tenere fisicamente nei contrasti».
I nerobianchi si allenano, due volte la settimana, all’oratorio San Luigi di Crema. La corsa è guidata dai due portieri, i giocatori orientano i movimenti ascoltando la voce. Il prossimo anno, il campionato italiano vedrà cinque squadre in lizza: Roma, Firenze, Lecce, Liguria e Crema. Prima partita di campionato il 14 febbraio a Roma.