spazio
N.41 Maggio/Giugno 2023
Nello spazio delle emozioni il palco è grande come la vita
Due spettacoli teatrali per riscoprirsi protagonisti. Il progetto della Fondazione Germani porta in scena le storie e l'energia degli ospiti di rsa e rsd. Con una valigia piena di ricordi e un jukebox per non smettere di ballare...
“Con le ruote e con i piedi sul palco”. Deambulatori e sedie a rotelle oggi sono tutt’altro che ostacoli. Lo spazio – quello del palcoscenico, in questo caso del teatro Monteverdi di Cremona – apparentemente limitato, diventa uno spazio infinito, grazie alla passione e alle emozioni che si mettono in moto. Oltre barriere e pareti.
A lasciarsi trasportare (eppure a trasportare) nella realizzazione dei due spettacoli, Bagaglio umano, messo in scena dagli ospiti della Rsa, e Vinile, interpretato dai ragazzi e dalle ragazze della Rsd, sono gli ospiti della Fondazione “Elisabetta Germani” di Cingia de’ Botti, protagonisti del progetto che si inserisce nel ciclo di iniziative per il 125° anniversario della nascita dell’istituto. Le due rappresentazioni che sono il risultato di un insieme di racconti e situazioni, senza un copione predefinito, narrate dai partecipanti. Un lavoro concentrato sulle metafore della vita: la valigia, il bagaglio umano, che come ogni persona può risultare ammaccata, graffiata, può svuotarsi e riempirsi, di emozioni e ricordi, più e più volte; e il Jukebox, perché l’esistenza è come un disco, fatta di tanti cerchi, e ognuno di noi è quella puntina che scorre sui vinili della vita, riproducendone la colonna sonora.
«Il desiderio era quello di far provare uno spazio sconosciuto a queste persone, che vivono la loro quotidianità fatta di riti in spazi definiti – ci racconta l’autore degli spettacoli, Max Bozzoni –. Uno spazio che può sembrare limitato, dalle quinte, dal fondale, ma che in realtà è uno spazio aperto, che offre molte possibilità, attraverso l’interazione con la quarta parete, che è il pubblico».
Jerzy Grotowsky diceva: “Il teatro non è indispensabile, ma serve a superare i confini tra me e te”. Ed è proprio quello che accade sul palco: l’attore supera il confine con lo spettatore e gli regala il racconto, l’emozione. E Max ci tiene a precisare che «persone che vivono le fragilità possono essere protagoniste di questo spazio, che può diventare per loro il luogo della riscossa». Nel primo spettacolo, il fil rouge sono i ricordi, positivi e negativi, che riempiono il bagaglio degli attori. Il filo rosso si dipana realmente, come oggetto di scena, passando di mano in mano tra le persone sul palco, che, a parole, raccontano la loro vita.
Nel secondo, il ruolo della musica: i vinili vengono portati al jukebox, che riproduce una serie di canzoni, scelte dagli attori e che ricordano l’infanzia e la gioventù di ognuno di loro.
«Emotivamente è stato molto intenso preparare questi spettacoli – spiega Max Bozzoni –. Quello che emerge è il processo di protagonismo. In una società in cui se non produci non sei attivo, non conti più, essere un anziano o un ragazzo con fragilità significa trovarsi ai margini del mondo. Il mettersi sul palco fornisce loro questo livello di protagonismo che mancava. E mi ha colpito la loro risposta, carica di interesse, attenzione e serietà. Perché alla fine, tutta la vita è una cosa seria».
Parole a cui fanno eco quelle di un’educatrice della struttura, Claudia Pezzaioli: «Inizialmente per loro era una cosa nuova, particolare, mai fatta. Da sempre c’è stato entusiasmo, voglia di scoprirsi e di mettersi in gioco. E non è così scontato».
Durante l’evento, anche il saluto e il ringraziamento di Enrico Marsella, presidente della Fondazione Germani: «Ricordo quando le strutture come la nostra si limitavano alla custodia. Abbiamo fatto un salto di qualità, organizzando iniziative che vedono i nostri residenti diventare attori». Attori sul palco. Attori della vita.
Ma, alla fine, noi siamo viaggiatori o valigie? Jukebox o vinili? Forse tutte queste cose, protagonisti della vita. Che è viaggio e musica, esperienza ed emozioni.