terra
N.01 Maggio 2019
Affondiamo le radici
Ci ritroviamo, dopo cena. Appuntamento sul gruppo di whatsapp. Siamo un gruppo di persone, una decina di giornate faticose alle spalle. Sul tavolo mettiamo una parola. E lasciamo che attorno le corrano i pensieri. Così nasce Riflessi Magazine: idee in cui la “parola del mese” si specchia, a volte si nasconde, si distorce, manda come dei bagliori.
Abbiamo in mente un racconto di ciò che ci circonda: i fatti, le esperienze e soprattutto le persone sono punti interrogativi, desideri di conoscenza che proviamo a tradurre in discorsi aperti e in quadri di istantanea suggestione.
Come cominciare? Che titolo dare all’entusiasmo che anima questa nuova avventura, all’ebbrezza della sfida di un prodotto editoriale fatto di moderno design minimale, espressione multimediale e ritorno alla scrittura?
Quello della prima uscita non è solo “un” titolo, è il passo di partenza. Il punto d’impatto di Riflessi Magazine.
“Terra”.
Ecco la parola che cala sul tavolo, stasera.
È lì che abbiamo i piedi, radici delle idee. È lì che si generano le storie che cerchiamo per conoscerle e per raccontarle. Cominciamo a guardarci attorno…
La nostra campagna, i suoi luoghi silenziosi e gli antichi rituali, cos’hanno da raccontare oggi a noi che sfogliamo pagine di codice binario su un tablet? Un’artista ne spreme i colori, un nonno insegna ai figli dei figli come piantarci un fiore, su cui un’ape si poserà per salvare il suo pezzo di mondo. Che è il nostro. Che è una madre capace di abbracci potenti come quello di una suora cieca che si prende cura di una bimba che non camminerà mai e di improvvisi inganni come la matrigna di Biancaneve. La cura dell’ambiente è cura delle relazioni, seguire il ritmo dei passi fino alla cima, lavorare insieme, sporcarsi per gioco o di fango.
Terra fertile. Terra Santa.
Eccoci qui, siamo Riflessi. In copertina una fotografia fatta di bagliore e materia: una ragazza curiosa si sorprende in una galleria d’arte, davanti all’opera di Pino Pasquali intitolata “1 mq di terra”. Sospesa, però, dove possiamo guardarla e toccarla senza abbassare lo sguardo.
Qui – “1 mq di terra” alla volta – comincia il cammino. Se vi va…