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N.23 Settembre 2021
Dai Beatles alla.. Gioc’Onda: è MagicaMusica anche in piscina
La nuova attività proposta dalla associazione di Castelleone propone osteopatia e yoga in acqua: «Non fa terapia, regala attimi belli»
«Che strano. Anche qui si sentono i suoni. Un po’ come succede il lunedì. Con gli amici. A MagicaMusica». La melodia si diffonde e svanisce. Il silenzio invade la piscina dell’hotel Vecchio casello di Castelleone. Francesco, avvolto dal calore dell’acqua, avanza sicuro. Un passo avanti all’altro, con la musica nel cuore. Stringe le mani di Tiziana, si aggrappa. Sorride. Ascolta il ritmo del suo respiro.
È vita. In ogni istante.
La campana tibetana, collocata a bordo vasca, scandisce gli attimi a suon di relax. Trenta è il numero perfetto. Trenta sono i minuti dedicati allo yoga in acqua, dopo le manipolazioni osteopatiche. Le dolci mani di Anna accarezzano i corpi. La pelle scorre sotto le dita. Il benessere è il sorriso che si schiude tra una carezza ed una goccia. Basta poco per essere felici.
«Non importa il luogo, sono le persone a fare la differenza». Il benessere si cuce a misura. Dal palco, dove i trenta ragazzi speciali regalano al pubblico il loro repertorio musicale che va da Rossini ai Beatles, alla piscina; dall’orchestra a Gioc’Onda, la nuova attività proposta dall’associazione presso l’hotel Vecchio Casello di Castelleone, che combina manipolazione osteopatica, condotta dalla dottoressa Anna Corisio, alla pratica dello yoga in acqua, con la dottoressa Tiziana Tirelli
«Cambiano solo gli strumenti – spiega il direttore Pietro Lombardi -. Noi siamo sempre noi. Con le nostre storie, le nostre abilità, i nostri limiti. Le nostre consapevolezze. Siamo quelli che si riconoscono in uno sguardo. E, negli occhi dell’altro, si perdono. Gli altri ci aiutano ad essere, vivere bene». A racimolare bellezza nel silenzio di una nota o di una goccia d’acqua.
«Mi impegno da sempre affinché le persone, tutte le persone nel rispetto delle loro esigenze e peculiarità, possano stare bene abbracciando i loro limiti». Non si tratta di negarli, piuttosto di accettarli. «Di viverli». O, meglio «di condividerli» gli fa eco Tiziana.
Proprio come si condivide l’esperienza di questi minuti in piscina. Con le mani giunte, prima. Tese al cielo, poi. Ed una palla blu stretta in un abbraccio.
«Queste – spiega Tiziana a Francesco – sono alcune posizioni tipiche dello yoga». Lui le imita. La paura del giudizio resta nello spogliatoio. Ascolta il suo corpo. Si lascia sfiorare dall’acqua. Cammina piano. Poggia le mani sulla spalla di Tiziana. «Stringiti a me, ora camminiamo un po’».
Le difficoltà restano sommerse, «ma esistono, nessuno vuole negarle od ignorarle». Sono parte della vita. Al pari degli occhi luminosi, delle mani strette e tese al cielo. «Il nostro compito – continua Tiziana – è esserci. So-stare”. Trenta minuti. «Insieme».
Il tempo scorre, ma non si vede. Si vedono solo i sorrisi: sono scolpiti. Resteranno lì, ben impressi.
«Ora prendiamo questo e cerchiamo di abbandonarci”. La mano di Tiziana afferra un soffice tubo colorato. Francesco la osserva attentamente. Le distanze si abbattono. Francesco si distende: la fiducia è un corpo senza filtri che si lascia cullare dal fruscio dell’acqua. La campana tibetana scandisce l’ultimo tocco. Il suono invade la stanza. E resiste più del solito. Come a dire che i momenti preziosi non finiranno mai.
«Mi aiuti ad uscire?» chiede Francesco. I gradini sono un ostacolo. Tiziana tende la sua mano salda. «Ci vediamo la prossima settimana, Francesco». «Sì, grazie. Mi sono divertito: sono molto rilassato».
Al di là del vetro, la sua mamma, Elisabetta, lo fissa con attenzione: «L’acqua fa capire che le sensazioni positive non sono un privilegio di pochi – osserva – . Perché è vero, MagicaMusica non fa terapia, Gioc’Onda non fa terapia, ma regala attimi belli. Consente alle persone di vivere il corpo, di percepirlo non come causa di dolore. Gioc’Onda regala una nuova consapevolezza, densa di belle sensazioni. E che cos’è la vita, se non forza di sentimenti condivisi? Il corpo non può essere un contenitore vuoto». Il cuore dovrebbe sempre poter battere di felicità. «Chi convive con una disabilità grave si trova spesso a fare i conti con il dolore ed esigenze il più delle volte inascoltate. Ma un corpo non è solo questo». Un corpo è anche lo sguardo rilassato e felice di Francesco, che, tra un passo e l’altro mostra le spalle alla piscina. «Ci vediamo la prossima settimana» ripete anche a me nella sala d’attesa.
Pochi attimi dopo arriva Sonia. Costume intero colorato e brillante. Proprio come lei. Cuffia, ciabatte, telo mare: tutto in tinta. «Questa è la mia borsa. Tenetela da conto, per favore. C’è tutto quello che mi serve». Anche se «oltre a quello che indosso non mi occorre molto altro: voglio solo divertirmi. Non vedo l’ora di iniziare».
È il suo turno per le manipolazioni osteopatiche. «L’attività – aveva spiegato la dottoressaAnna Corisio poco prima – guarda alla persona nella sua globalità e soprattutto valorizza le sue peculiarità». Così l’incontro diventa anche occasione per fare conversazione. Sonia non si fa pregare. È un fiume in piena di parole, impressioni, sorrisi e aspettative: «Chissà come andrà… ti dirò la prossima settimana».
Le mani di Anna creano dei cerchi sul corpo. Il silenzio è un alleato indispensabile per ascoltare. Per conoscersi anche attraverso il linguaggio dei gesti. Anna fa attenzione al respiro, alla postura, alle emozioni. Le abbraccia e le amplifica, senza fare rumore. «Non si può separare il corpo dalla mente».
«Il corpo – interviene il direttore Lombardi – è un vettore che ci consente di sperimentare la realtà esterna. Racconta al mondo chi siamo. Serve per abbattere le distanze. Per mettere a nudo la nostra anima». Ecco perché bisogna prendersene cura. «Non può essere un ostacolo, un contenitore vuoto che non ci appartiene. Siamo anima e corpo. Siamo interi, non siamo fatti a pezzi».
Sonia intanto raggiunge la piscina. Vede la sua immagine riflessa nell’acqua. Tiziana la accoglie, la prende tra le braccia dopo la pausa estiva. L’acqua è calda ed accogliente. Cammina, parla e ascolta il suono della campana tibetana. Fino a quando le viene chiesto di “raccontarsi”: «Fai quel che vuoi, Sonia». La ragazza inizia a nuotare, senza mai fermarsi. Uno, due, tre, quattro, cinque, sei vasche. Questa è Sonia.
Poi ci sono Jacopo, Adriano e Sara. «Tutti diversi, tutti unici».
In acqua si raccontano, ognuno a modo proprio con le parole, i gesti, lo sguardo… Quando escono, nel riflesso dell’acqua, si riconoscono: siamo qui, siamo sempre noi.
L’orchestra
L’orchestra MagicaMusica è gruppo musicale composto da 30 ragazzi disabili e 10
educatori, 40 elementi.
L’obiettivo dell’iniziativa è di offrire a queste persone un momento di divertimento e,
nel contempo, stimolarle ad una migliore crescita psicofisica individuale e collettiva utilizzando
e mettendo a frutto le grandi potenzialità della musica.
L’attività si svolge a Castelleone provincia di Cremona, prevede incontri settimanali condotti
da un’equipe di dieci docenti e psicologa per l’osservazione sistematica del comportamento
musicale, delle modalità relazionali individuali e di gruppo, dell’autonomia