partenze
N.37 Gennaio 2023
“Passo dopo passo” sul tetto del mondo: hanno un futuro i bimbi del Nepal
Il bene degli altri è sempre un motivo valido per mettersi in cammino: con "Passo dopo passo" i viaggi in Nepal per costruire un domani migliore e tornare a scoprire l'essenziale
Le immagini dell’ultimo viaggio compiuto arrivano direttamente dal Nepal: «Ho sentito Salvatore Belluardo questo pomeriggio, mi ha detto che, come di consueto, l’accoglienza dei bambini è stata fantastica». Gli occhi di Piera Federici iniziano a brillare non appena si parla di una nuova partenza. O meglio di una nuova occasione per fare del bene. Anche lontano, soprattutto lontano «perché ciò che è importante è uguale in ogni parte del mondo: respirare». Respirare è essenziale per vivere. «Ma vivere significa non lasciar passare il tempo, assaporare ogni attimo».
Pure il tragitto dissestato percorso con le infradito per raggiungere la scuola che si trova a due ore a piedi da casa. «Me lo hanno insegnato in questi anni i bimbi nepalesi, sempre sorridenti. Serve catturare il tempo e valorizzarlo. Per concentrarci su ciò che siamo, su ciò che sentiamo». Un passo avanti all’altro. O, forse, è proprio il caso di dirlo: Passo dopo passo.
L’essenza dell’associazione di cui Piera è volontaria è racchiusa nel nome. «Era nata con l’obiettivo di agglomerare escursionisti ed organizzare viaggi con mera finalità turistica. Poi, quando nel 2015 in Nepal c’è stato il terremoto, abbiamo deciso di fare qualcosa di concreto per quella gente, per quegli amici che negli anni avevamo incontrato lungo il cammino. Anzi i cammini».
Così, accanto alla sezione di promozione turistica, ha preso corpo «una sezione umanitaria che dal 2017 trova casa proprio a Cremona. Organizziamo viaggi solidali con lo scopo di migliorare la vita di queste persone. In collaborazione con un’associazione internazionale giapponese, abbiamo dato vita ad una scuola nel distretto di Nuwakot: si trova in collina». La posizione offre una visuale privilegiata: «quando vado in Nepal mi piace osservare il sorriso con cui i bimbi raggiungono la scuola. Perché, è vero, noi doniamo molto, ma loro fanno di più: ci ricordano cosa è davvero importante nella vita».
Ogni partenza è l’occasione per alimentare l’obiettivo: «Vogliamo fare del bene. In questo senso ogni viaggio è una conferma, è la fortificazione di ciò che abbiamo nel cuore e nel quale crediamo intensamente». Ma non va sempre tutto secondo i piani. «In Nepal è bene non fare troppi programmi». È come se il tempo si fermasse. O, forse, acquisisse il giusto valore: «Esperienze di questo tipo educano alla lentezza, quella che noi occidentali, nel nostro essere così freneticamente organizzati, abbiamo smarrito». Là c’è sempre il tempo per una parola in più, per un sorriso condiviso, per un buon pranzo a base di pollo (magari l’unico di tutto l’anno) condiviso con gli ospiti venuti da lontano. «Il Nepal è un paese poverissimo, ma c’è tutto quello che serve». Perché, in fondo, basta poco per riscoprirsi simili. Nonostante le diversità culturali, i tratti somatici differenti e la distanza. «I nepalesi hanno poco, ma condividono tutto. E non sono mai arrabbiati. Quando sono partita per il primo viaggio avevo paura di aver dimenticato qualcosa di importante. Poi con il tempo ho capito: basta uno zaino pieno di spirito di adattamento, flessibilità ed apertura mentale per rincasare con un bagaglio ricco di emozioni preziose da portare con noi nel quotidiano».
Piera non tiene tutta questa bellezza per sé. Vuole condividerla: «La racconto ai miei alunni, ora protagonisti con me di questa bella iniziativa». Il progetto “Attraverso i miei occhi”, volto a rendere sempre più bella quella scuola nepalese, ha raggiunto anche le aule di diversi istituti scolastici cremonesi. «Dico ai ragazzi che ciascuno di noi, può fare qualcosa per migliorare la vita del prossimo. E che anche quei bambini, forse inconsapevolmente, ci rendono migliori». Passo dopo passo i muri della scuola nepalese si stanno popolando di lavoretti cremonesi, «tutto è sinonimo di speranza, di vita. Profuma di futuro».
Anche in un paese come il Nepal dove i bambini non vengono iscritti all’anagrafe fino all’età di 15 anni. «Questo aumenta il livello di dispersione scolastica ed il rischio di commercio di organi, sfruttamento di lavoro e prostituzione minorile. L’istruzione è l’unica arma che abbiamo per rendere liberi i bambini. Per donare loro la possibilità di scegliere chi essere domani». Per guardare avanti con determinazione, passo dopo passo. Ché, ciò che conta, è non fermarsi.