radici
N.29 Marzo 2022
A Cascina Vallolta è la natura che fa sbocciare le persone
Una giornata con il team della Cooperativa «Il Seme» di Castelleone, dove ogni momento è vissuto insieme e dove si impara a prendersi cura: dell'orto e dell'amicizia. Perché dietro le fragilità, ognuno ha il suo seme da far crescere
«Stiamo facendo i solchi nella terra. Servono per fare l’orto e consentire alle radici di nutrire la nostra verdura». Lorenzo ci dà qualche dritta mentre, con la paletta tra le mani, predispone il necessario affinché le piante crescano sane. Affinché la natura faccia il suo corso. «Qui – ci dice – c’è l’angolo dei profumi: rosmarino e menta sono sopravvissuti al freddo dallo scorso anno. Tra poco pianteremo anche l’origano». La disposizione delle piantine non può essere casuale. Lorenzo, «un vero appassionato», lo ha appreso da tante tabelle riportate sulle riviste del settore. Documentarsi serve «per imparare la tecnica. Prima lo facevo da solo, nell’orto di casa mia. Ora lo faccio con gli amici del Seme».
Il gruppo della cooperativa sociale con sede a Castelleone, composto da ragazzi con disabilità intellettiva e relazionale, è guidato dall’educatore Paolo Ghezzi. Una volta a settimana l’appuntamento con la cura della natura è alla cascina Vallolta di Castelleone, di Angelo e Giacomo Stringhini Ciboldi.
«Il martedì ci ritroviamo nell’orto: c’è chi si applica di più e chi meno, per la verità». Andrea bonariamente bacchetta i compagni. «Ora sto mettendo ordine per procedere alla piantumazione. Poi ci sono giorni in cui raccolgo l’erba e altri nei quali innaffio». Con le mani in mano, insomma non si sta. Guanti indosso e paletta in pugno: «È importante, oltre che piacevole, prendersi cura della natura». La crescita delle piantine va «seguita passo dopo passo». Richiede «pazienza e tanta dedizione». Le radici, ben salde, vanno coltivate. «La natura cresce, ma bisogna prendersene cura. Io qui lo faccio divertendomi: è una delle mie attività preferite».
In cascina lo spazio non manca. Nell’orto c’è chi coltiva, nelle stalle c’è chi dà da mangiare agli asinelli. «Poi c’è anche chi aspetta l’ora del caffè. E, alle 11, viene a batter cassa» spiega Paolo Ghezzi. Puntuale come un orologio svizzero, Gloria richiama gli amici alla pausa: il caffè si accompagna alla torta. Non manca nulla. Tutti si siedono attorno ad un tavolo per continuare a seminare bellezza.
«L’attività – continua Ghezzi – è partita qui lo scorso anno, grazie alla disponibilità dei titolari. Consente ai ragazzi di lavorare sulla socializzazione, sulle autonomie. Tenuto conto delle loro difficoltà di relazione, creiamo sempre nuove occasioni per sperimentare il lavoro individuale e di gruppo». Per sperimentare insieme la vita. Ogni proposta mira a costruire il futuro. A consentire ad ogni persona di spiccare il volo a modo proprio.
Tutti (o quasi) si danno una mano per «coltivare la verdura». Strappa, spiana, semina: «con calma, senza paura». La voce di Paolo è rassicurante. La natura insegna a ripartire, ogni anno. Senza dimenticare ciò è stato e senza il timore di veder crescere i frutti di ciò che è stato seminato: amicizia, prima di tutto. E poi, «desiderio di sentirsi utili per il gruppo. Chi ha difficoltà comunicative, ad esempio, prepara la tavola. Così la giornata insieme prende forma e dona un sorriso». Un seme prezioso, gettato e da coltivare ogni giorno.
È questa la filosofia della cooperativa diretta da Giusi Chighetti, che oggi propone diversi servizi per persone con disabilità e per le loro famiglie. «Negli anni ’80 e 90 venivano organizzati incontri domenicali per vivere momenti di divertimento condivisi. Nel 2001 è stata creata la cooperativa. Nonostante il tempo, le radici sono rimaste ben salde: si raccontano in un’attenzione costante alla persona con fragilità nella sua interezza e nella proposta di progetti personalizzati, capaci di valorizzare le peculiarità di ciascuno. In fondo, siamo come piante: abbiamo bisogno solo di essere messi nelle condizioni di poter sbocciare». Di poter vivere al meglio la nostra unicità.