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N.50 maggio 2024

rubrica

Da Liszt fino a Tedua, la Divina Commedia tra le rime dei rapper

Non è il Dante-Monumento o il Dante-in-Naftalina intoccabile, inavvicinabile e sublime a prescindere, ma un ingrediente per le inquietudini dell’oggi, per le aspirazioni o l’immaginario di un ragazzo che parla a ragazzi

Il rapporto fra letteratura e musica è sempre stato stretto, non fosse altro perché per scrivere un testo musicale ci vuole qualche abilità letteraria e anche perché, una volta esaurito il proprio mondo simbolico istintivo, un autore deve andare a cercare filoni auriferi nelle pagine che più lo attraggono. Potrebbe sembrare singolare che il nume tutelare della letteratura italiana, quel Dante Alighieri così antico e così moderno, riesca a suggerire parole dalle sue terzine ai nostri cantanti moderni che più moderni non si può: i rapper. Forse per l’aspetto iconico di certe immagini, per la plasticità di situazioni o per i fendenti di certi giri di parole, ecco che quella gran fonte della Divina Commedia appare ancora viva e zampillante. Non da oggi, s’intende.

Quel che di Dante in passato ispirò maggiormente i musicisti fu il carattere del sublime e del grandioso come si ascolta nella mastodontica Dante Symphonie di Franz Listz (1857), Gaetano Donizetti dedicò una cantata al Conte Ugolino (1826), le pagine dedicate a Paolo e Francesca furono rielaborate da Gabriele D’Annunzio e messe in musica da Riccardo Zandonai (1914), il falsario Gianni Schicchi diventò protagonista di una sezione del Trittico di Giacomo Puccini (1918), visioni/audizioni paradisiaca, in tutti i sensi, sono le Quattro Laudi alla Vergine Maria di Giuseppe Verdi (1898) e abbiamo citato solo i maggiori.

Ma i tempi di oggi che ci azzeccano con il “grande fiorentino”? Nonostante la “capa tanta” ultrastorica subita nelle aule scolastiche, il Dante che viene ripreso nell’arte vissuta di oggi non è il Dante-Monumento o il Dante-in-Naftalina intoccabile, inavvicinabile e sublime a prescindere, ma neppure il Dante-Evento o il Dante-Intrattenimento, buono anche per qualche tweet. Un Dante non da piedistallo, né criptico, né freddamente accademico, quanto piuttosto da usare come ingrediente per le inquietudini dell’oggi, per le aspirazioni o l’immaginario di un ragazzo che parla a ragazzi, un Dante personalizzato, insomma.

Per esempio, nell’elaborazione di nuovi inferni:

I test rapidi danno false speranze,
come chi gestisce le crisi lombarde,
musica spenta, suonano solo le ambulanze,
poi per un mese ho visto il vero inferno, altro che Dante

J-Ax, (a proposito della pandemia di Coronavirus), Voglio la mamma, 2021

Ecco qualche dissidio interiore:

Ho una fiamma sola, per illuminare il buio mentre cicatrizzo,
Dio mi tiene in pugno col suo bel sorriso,
non sono Dante, l’Inferno, il mio inferno è un altro,
mi fermo, c’eran due strade ma a me piacevano entrambe

Rkomi, Paradiso vs. Inferno, 2021

Come non associare il disagio esistenziale di ogni tempo alla prima pagina iniziale della Commedia?

Cerco un’anima gemella
che mi possa rianimare, chi sa se c’è.
Come te ho gli stessi pensieri,
sono cresciuto rimanendo un po’ lo stesso di ieri:
nel bel mezzo del cammino, come Dante Alighieri,
mi sono perso tra mille domande in questi sentieri

Canesecco, Love kills, 2014

Pensavo di essere finito,
invece quanto dura:
davvero ci sono finito
nella selva oscura

Giaime, Gimmi Andryx 2017 Prova 1, 2017

E mi trovai in una selva oscura,
scura, e non sapevo più nulla, nulla.
Perdonerai chi in amore ti trascura,
scusa, ma in fondo già lo sai,
restar da solo può fare più paura

Tedua feat. Bresh, Mare mosso, 2020

Se poi passiamo al tema dell’amore, le citazioni si sprecano, a cominciare dalla Serenata rap di Jovanotti (1994):

Amor che a nullo amato amar perdona porco cane,
lo scriverò sui muri e sulle metropolitane,
di questa città, milioni di abitanti
che giorno dopo giorno ignorandosi vanno avanti

Jovanotti, Serenata rap, 1994

fino a Murubutu e Claver Gold:

Noi che eravamo la stessa persona
principi senza corona:
il tuo ricordo mi abbandona,
il tuo profumo si fa spilli, buca ed ossessiona,
Amor, ch’a nullo amato amar perdona
e ti amo come allora

Murubutu, Claver Gold e Giuliano Palma, Paolo e Francesca, 2020

Non mancano le citazioni testuali:

A me mi sale l’ansia,
tu non chiedermi:
“Dov’è che si va ancora?”
Per me si va nella città dolente,
Roma

Gemitaiz, Si va pt. 2, 2015

Lasciate ogni speranza voi ch’entrate,
che ve l’hanno già detto:
quando una storia comincia male
finisce comunque peggio

Lord Madness, Si aprono le porte, 2011

Tu sei architetto sia che costruisci sia che utilizzi
la gabbia della cavia, il cartello
“Lasciate ogni speranza, o voi ch’entrate nell’ignavia

Rancore & Dj Myke, L’architetto, 2012

Voi siete boy scout tra le perdute genti,
fatti un tour tra le città dolenti

DSA Commando, Spread the infection, 2013

Si potrebbe continuare a lungo nel trovare nei rapper di ultima generazione connessioni letterarie che coprono una vasta gamma di sentimenti, dalla paura, all’odio, alla speranza, alla disperazione, al gioco letterario. Connessioni giudiziose si direbbe. Allo stesso modo, i commentatori di un Pascoli o di un Parini vanno a scovare citazioni dal loro passato per dimostrarne sia il retroterra culturale che la ripresa creativa e allo stesso modo si considerano arte le liriche dei Meistersinger e Minnesänger, cantori d’amore del XII-XIII secolo;  se ne potrebbe dedurre che anche quella dei rapper è letteratura d’arte; anzi, ne siamo sicuri.