bontà

N.53 Ottobre 2024

riflessi incontra

Francesca Follini: «Dai manga ho imparato l’abbraccio della complessità»

L'arte del fumett è un'arte complessa, in cui le storie si colorano di infinite sfumature e i personaggi danzano tra bene e male lasciando sulle strisce trame di vera umanità

Per Francesca Follini, il confine tra immaginazione e realtà, tra eroi e antieroi, è un tratto di matita. Fumettista, disegnatrice, storyboarder, è docente all’Accademia di Belle Arti Santa Giulia di Brescia ed è una delle anime del Centro Fumetto “Andrea Pazienza” di Cremona. La passione per la bande dessinée nasce dal desiderio di tratteggiare il proprio mondo interiore: «Ho iniziato a disegnare prima ancora d’imparare a parlare – racconta – da bambina mi piaceva sfogliare libri illustrati, leggere le storie, per provare ad inventare le mie».

Era affascinata dai cartoni animati e dai personaggi che hanno caratterizzato gli anni Novanta: dai classici Disney – la Sirenetta su tutti – a Sailor Moon, iconica paladina approdata agli schermi televisivi dalle pagine di un celebre anime giapponese. La buffa “Bunny” diventa così protagonista delle sue prime illustrazioni, fino a sviluppare i propri personaggi attraverso linee narrative inesplorate. Nasce così Omega-035B, protagonista del suo primo albo, realizzato come progetto per la tesi di maturità, poi pubblicato grazie al il Centro Fumetto Cremonese. Non sarà l’unico: negli anni colleziona diverse collaborazioni con case editrici di caratura nazionale, sconfinando in terra francese.

Tra le riflessioni che più l’affascinano, la dicotomia tra bene e male, tra buoni e cattivi. Per Francesca «non esiste un confine definito: in passato le storie presentavano ruoli molto più netti che nel tempo hanno assunto sfumature complesse. Gli stessi personaggi, soprattutto quelli più amati dalle nuove generazioni, sono caratterizzati da una grande profondità, che rispecchia la sensibilità dei lettori contemporanei. Io – fissa lo sguardo – abbraccio totalmente la complessità».

La passione per il fumetto è tutt’altro che sopita, così come l’amore per la carta: «Lo stesso vale per chi disegna – aggiunge Francesca – il digitale è sicuramente un valido alleato per rendere il lavoro più rapido e per la possibilità di apportare modifiche in ogni fase di realizzazione, ma non rinuncio a matita e foglio di carta, la mia comfort zone». L’evoluzione dell’intelligenza artificiale solleva non pochi interrogativi e inquietudini nel mondo dei creativi: «Nessuno sa come potrà evolversi – commenta Francesca – senz’altro l’uso incondizionato dell’AI rischia di portare un terribile appiattimento estetico e comunicativo, senza contare tutte le questioni relative al diritto d’autore… Ciò che ci distingue è il fatto di avere un’anima, è l’unica cosa che ci salva e che l’intelligenza artificiale non sarà mai in grado di replicare. Alla fine, l’umano vince».