aria

N.39 Marzo 2023

SPORT

Volo leggera come la seta

Diario senza vertigini di un'apprendista danzatrice di tessuto aereo

«L’uomo sogna di volare», cantavano i Negrita.
È difficile spiegare cosa si prova a stare sospesi a mezz’aria. È qualcosa d’impossibile, che d’un tratto diventa reale. Chissà quante volte è capitato di osservare gli acrobati durante esibizioni, ammirare la leggerezza con cui fluttuano come emersi in un liquido, senza sforzo apparente.

Rimane un desiderio bambino, finché non capita di trovarsi davvero in una palestra, con due fasce di tessuto rosso che scendono dal soffitto come cascate di seta fino ad accasciarsi al suolo, soffici e resistenti al contempo.

Allora non resta che provare a contrastare la logica orizzontale del suolo e sfidare la forza di gravità.

Sgretolata tra le mani, la pece greca aderisce al tessuto e come polvere di fata aiuta a staccarsi da terra. Come insegna Peter Pan, ciò che conta è crederci…Non subito, non bene, ma occorre tenere stretta la volontà come se fosse tela e farne un nodo, su cui agganciare il primo passo.

Basta sollevarsi di qualche palmo per riscoprirsi pesanti, solidi e goffi come uccelli di marmo, inadatti a spiccare il volo. Occorre partire dalle basi, con la pazienza dei ragni nel tessere la propria tela, un filo alla volta. Dondolare, indugiare, misurando le forze e le distanze. Caviglie polsi diventano “chiavi” per creare appigli nella seta fluida, in cui ogni passo è la base del successivo.

L’alchimia degli equilibri scioglie i muscoli e insegna un nuovo modo di librarsi nello spazio, allenando la mente ad essere elastica, flessibile come la possibilità. Salire, scendere, ripetere, sciogliere nodi e contratture. Accettare l’errore il fallimento, le cadute, i calli sul palmo delle mani, trasformare la resistenza in resilienza. Nel tempo l’esperienza riprogramma ogni movimento e modella il corpo, che come materia plastica si adatta alle infinite possibilità che l’aria offre.

È lì che s’impara a giocare, di nuovo. A fingersi piuma, acqua, fiamma o fil di ferro, cambiando forma come la fantasia insegna a fare. A lasciarsi cadere nel vuoto, sfidare la vertigine per ritrovarsi a testa in giù, con la terra come soffitto e i piedi tra le nuvole. Una sequenza da svolgere e riavvolgere come il nastro che accarezza il corpo, per sciogliere i nodi e tornare liberi, leggeri come l’aria. L’uomo sogna di volare, e a volte per un istante ci riesce.