cibo
N.15 Novembre 2020
Il “pacco da giù”. Il gusto di casa… lontano da casa
Ogni studente fuori sede, ogni lavoratore che abbia stabilito la sua residenza al nord (o all’estero) conosce la gioia del pacco di specialità spedito dalla famiglia
Squilla il telefono. Numero sconosciuto: «Sono il corriere, scende?». Scale di corsa, una firma veloce ed eccolo il pacco, pesantissimo, tra le mani. Un attimo dopo è in cucina, aperto sul tavolo. L’emozione è quella di un bambino di fronte al regalo più bello, al più desiderato.
Ogni studente fuori sede, ogni lavoratore che abbia stabilito la sua residenza al nord (o all’estero) conosce la gioia del “pacco da giù”. Una gioia che la chiusura dei confini regionali e la separazione forzata dai propri cari hanno reso ancora più intensa in questo periodo Covid.
L’indirizzo e il numero di telefono scritti a mano con l’inconfondibile grafia del papà, i chilometri di nastro adesivo e i chili di imballaggio, un paio di borse termiche e quella bustina un po’ speciale che contiene qualche creazione cucita a mano dalla mamma: già solo il pacco in sé racconta cura, attenzioni, capacità di far sentire una presenza anche da lontano.
E poi c’è il cibo. Il fatto che nei supermercati si possa trovare praticamente tutto lo rende ancora più speciale. Essenziale, proprio perché non servirebbe.
Il sugo nei vasetti, quello della conserva fatta bollire per ore nel pentolone più grande, è come un tuffo nella casa ad agosto, quando ogni stanza profuma di pomodori e basilico freschi. Un cucchiaio della marmellata di mamma e senti la mano tesa sull’albero a rubare il frutto più maturo e a stupirti sempre di come anche le foglie del fico in giardino profumino così intensamente. Una fetta di soppressata “con la lacrima” sul pane (perché certo, nel pacco c’è sempre anche un buon pane casereccio) è la carezza delle mani di papà che l’ha insaccata e fatta stagionare senza fretta.
Il tempo si dilata, quando arriva il pacco. Senti di toccare, odorare, assaporare qualcosa che è stato preparato prima, per te. L’esperienza sensoriale avviene, per così dire, in differita, e così la percezione dell’amore e della cura con cui ogni ingrediente è stato messo insieme non può che moltiplicarsi esponenzialmente. Dopo la foto social di rito, e un cuore come didascalia nella chat di famiglia, inizi a sistemare tutto tra scaffali e frigorifero.
Cibo ed emozioni: un pezzo di “casa” lontano da casa.