musei
N.25 Novembre 2021
Un sipario che si alza sulle storie della Storia
Archeologia, teatro, scultura e danza per la mostra "La memoria del guerriero" allestita da Roberta Pagliari, attrezzista teatrale e curatrice di esposizioni tematiche come quella ospitata al Museo di San Lorenzo
Nel foyer del teatro Ponchielli ha appena consumato il pranzo. È la vigilia della prima dell’Opera e i preparativi sono già ultimati. Nell’aria c’è una certa emozione. Dal tavolino sul velluto rosso, ripensa alla mostra appena conclusa e commenta: «È andata al di sopra delle aspettative».
Lei è Roberta Pagliari, attrezzista teatrale, piacentina ma cremonese d’adozione con una formazione all’Accademia delle Belle Arti e un’esperienza ventennale nei teatri italiani, in laboratori di scenografia e in fiction in costume. In base al progetto in cui è coinvolta, disegna, realizza, colloca, aggiusta gli oggetti, gli arredi e i materiali di scena. Al Ponchielli ha iniziato 21 anni fa realizzando gli scudi per l’opera “I Lombardi alla prima crociata” di Giuseppe Verdi.
La mostra per cui mostra una certa soddisfazione è “La Memoria del guerriero”, curata da Donatella Migliore all’interno della rassegna del Comune di Cremona “Cultura partecipata” e chiusa con successo qualche giorno prima con una performance di teatro e danza realizzata da Teatrodanza PosainOperaBallet. La location, d’eccezione: il Museo archeologico San Lorenzo, coordinato dalla Conservatrice Marina Volonté.
«Avevo in testa un progetto che avrebbe dovuto chiamarsi “Tenda” – spiega Roberta Pagliari – con un’istallazione ispirata alla figura di Achille. Poi però non era realizzabile negli spazi del Museo archeologico, così mi sono focalizzata su Ulisse, personaggio più moderno e più interessante anche dal punto di vista psicoanalitico. Ulisse mi è sembrato anche evocativo del nostro tempo: quando i venti soffiano tutti da un’altra parte rispetto a dove vogliamo andare…».
Ne è nata un’esposizione rappresentativa del viaggio che Ulisse compie per tornare a casa. «Un viaggio che è anche viaggio interiore – spiega Roberta – Ulisse che torna da vincente, arriva alla fine senza niente, privo anche dei vestiti che porta. Perché il viaggio è un’esperienza di scoperta di sé e degli strumenti che uno ha».
Le coreografie di Teatrodanza PosainOperaBallet per il finissage della mostra “La memoria del guerriero” al Museo Archeologico San Lorenzo di Cremona
Anche attraverso le figure che incontra. E allora ci sono la mano di Circe che raccoglie le erbe per le sue pratiche magiche e il volto di Athena. Ci sono i ricordi della guerra, con le armi e lo scudo, e la memoria del proprio volto nelle varie fasi della vita. Oggetti, sculture, quadri. Diversi materiali, diverse tecniche e diversi colori. E così, le opere entrano in dialogo con i reperti conservati nel Museo.
«Scusi, ma dov’è la mostra?», chiede una signora in visita in occasione del finissage. Già perché il dialogo è talmente azzeccato che la mostra, come dire, viene assorbita nell’ambiente che occupa. «Sono le opere giuste al posto giusto che danno questo effetto. Non c’è distanza tra opere antiche e moderne. Non c’è niente che dà fastidio all’occhio», commenta Roberta. Un dialogo azzeccato tra arte contemporanea e arte antica, un dialogo con la storia.
«È una mostra senza tempo. L’artista dell’oggi che si mette in dialogo con l’arte antica – riflette – rischia sempre, nel senso che nel confronto ci può perdere parecchio. Devo dire che a me è andata bene…».
Ed è andata bene anche al Museo. «I luoghi si devono vivere – conclude Roberta – Allestire una mostra in un museo è questo, vuol dire farlo vivere, così come organizzare al suo interno eventi: significa far dialogare epoche, linguaggi, forme, gesti, corpi diversi, ma accumunati dalla bellezza. È una modalità che mi è piaciuta e che mi piacerebbe portare avanti, magari in altri musei. Una preferenza? Palazzo Farnese a Piacenza… anche lì ’è un museo archeologico…».