voce

N.35 Novembre 2022

FENOMENI

Per cosa canta la “generazione trap”

Intervista agli autori del libro che studia da un punto di vista sociale e psicologico il fenomeno della musica più ascoltata dagli adolescenti: una guida per adulti ed educatori tra contenuti eccessivi, evocazione di modelli pericolosi e il bisogno di essere ascoltati

IL LIBRO

Nuova musica per nuovi adolescenti

Le canzoni trap in cima alle classifiche italiane parlano ossessivamente di droga, del desiderio di essere ricchi e famosi, esibiscono una sessualità maschile predatoria, in cui la donna è trattata come oggetto. Ma che relazione c’è tra questo tipo di musica, i suoi ritmi e testi, e la generazione attuale di adolescenti, con i suoi problemi, disagi, ma anche aspirazioni e valori?
È davvero questa la nuova cultura degli adolescenti? “Generazione trap” è un modo per aiutare gli adulti a entrare in contatto con i nuovi adolescenti attraverso la musica in cui si riconoscono.

ed. Mimesis

Sfrecciano su veloci T-Max, indossano tute Kalenji anche se non praticano nessuno sport, ostentano denti d’oro, armi da fuoco e capi d’accusa. Gli scooteroni sono truccati per muoversi più velocemente nella giungla metropolitana, le pistole servono per regolare i conti con i rivali, l’ostentazione di oro e diamanti per esibire un benessere raggiunto dopo anni nella misère. Non sono i protagonisti di una nuova serie Netflix, ma l’archetipo dell’interprete del genere musicale più in voga tra i giovanissimi: la trap.
Un fenomeno giunto agli onori della cronaca giudiziaria e, sparato a tutto volume dall’impianto di un’auto di passaggio o dalle casse bluetooth dei ragazzi fuori da scuola, arrivato anche alle orecchie del mondo adulto. Ne abbiamo parlato con gli autori di Generazione trap. Nuova musica per nuovi adolescenti (ed. Mimesis) Federica Bertin, psicologa e psicoterapeuta e Silvestro Lecce, psicologo criminale, entrambi collaboratori della Scuola di psicoterapia del Minotauro.
La trap è l’ultima espressione della cultura hip-hop, un movimento culturale nato nel Bronx a cavallo tra gli anni ‘60 e ‘70, e deriva il proprio nome dalle trap house, baracche che si trovavano in luoghi degradati delle città metropolitaneed in cui si producevano, spacciavano e consumavano sostanze stupefacenti.
È corretto considerare questa musica come voce delle nuove generazioni? «Penso sia un’affermazione appropriata, innanzitutto perché è il genere più ascoltato in assoluto. La musica inoltre è uno dei linguaggi degli adolescenti e, da sempre, svolge un ruolo chiave nella costruzione identitaria, dando voce alle loro emozioni», risponde Federica Bertin che proprio partendo da queste constatazioni, avvalorate dal lavoro clinico con gli adolescenti, ha scelto, insieme al collega Silvestro Lecce, di approfondire il tema.
Cosa ne pensa dell’allarme legato a tematiche ricorrenti come l’uso di armi, la vendita di droga e, in generale, l’apologia del crimine?
«I temi non sono nuovi, per esempio il legame tra musica e sostanze stupefacenti è storico, ogni genere è associato ad un tipo diverso di droga. Le note basse e le melodie ipnotiche della trap si coniugano con l’uso di droghe di ottundimento come, per esempio, i cannabinoidi. Un intorpidimento ricercato dai ragazzi per far fronte alla fatica di pensare e di crescere».

A ben vedere non sono
che l’esasperazione di temi
già ben presenti
nella nostra società

Il fatto che sia una musica molto ascoltata non spiega però come mai sia stata scelta dai giovani.
«Ce lo siamo domandato anche noi, chiedendoci di quali valori fosse portatrice la trap», continua la psicologa. «Abbiamo individuato aspetti ricorrenti come il materialismo, un forte narcisismo, l’ostentazione della ricchezza. A ben vedere non sono che l’esasperazione di temi già ben presenti nella nostra società. Non possiamo mai scindere un genere musicale dall’ambiente in cui cresce e si sviluppa».
Riguardo ad altre tematiche come l’oggettivazione della donna, l’uso di droga, l’ostentazione di atteggiamenti criminali, sono legittime le preoccupazioni del mondo adulto?
«Alcuni atteggiamenti non sono altro che scimmiottamenti di quello che veramente accadeva nei sobborghi degradati di Atlanta, una realtà ben diversa dalla nostra. C’è, in Italia, una riproduzione di quelle tematiche accompagnata da un’esasperazione dovuta principalmente al desiderio di emergere e di farsi notare, un bisogno particolarmente presente negli adolescenti».
Parlando della fascia di età tra i 13 e i 19 anni non possiamo evitare di chiamare in scena l’altro protagonista di tanti scontri con il mondo adulto: il cellulare.
«La tecnologia non ha colpe proprie, è solo uno strumento. Nella società contemporanea, e nella trap, viene usata per l’esposizione del sé, per diventare famosi. La crossmedialità fa parte strettamente di questo genere musicale accessibile a tutti: le grandi star non hanno iniziato andando a bussare alla porta di una casa discografica, ma registrando e diffondendo i primi brani grazie agli smartphone».
Ma qual è in definitiva l’impatto che un genere musicale, addirittura una canzone, può avere sulle vite dei nostri ragazzi?
«Il presupposto è che la musica, in generale, assolve i compiti evolutivi dell’adolescente. Per esempio, aiuta a regolare le emozioni perché attraverso l’ascolto di una canzone possono essere riconosciute e rielaborate. Assolve anche compiti sociali, infatti, condividendo la passione per lo stesso cantante, anche attraverso i social, i ragazzi entrano a far parte di gruppi di coetanei con gusti musicali simili».
Gli autori di “Generazione trap” confermano che, in base ai dati raccolti ad oggi, non ci sia un aumento della criminalità o dell’uso di droghe imputabile all’ascolto della trap e che in ogni caso in psicologia non si possa parlare in senso stretto di nessi causa/effetto, ma della presenza di fattori di rischio per il manifestarsi di un fenomeno.

Silvestro Lecce conclude: «È importante considerare come i giovani non interpretano le canzoni come fanno gli adulti: ciò che ne fanno dipende non solo da ciò che il testo porta loro, ma anche da ciò che loro portano al testo. Ricordiamo che l’esagerazione è il file rouge per la maggioranza dei trapper italiani. Il nostro consiglio è andare oltre l’apparenza, mostrandosi interessati a contattare il modo dei ragazzi e ai bisogni sottesi che non sono altri che quelli di ogni generazione. La musica, usata come veicolo espressivo per dar voce al proprio mondo interno e non piegata a logiche di mercato, può rappresentare ancora un formidabile strumento creativo per i nostri adolescenti».